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Roberto Caracciolo
Le Opere culturali della Provincia dei Frati Minori del Salento (pinacoteca e biblioteca) sono state intitolate a frà Roberto Caracciolo, noto anche col nome di Roberto da Lecce, uno dei più grandi intellettuali del XV secolo, tanto da essere conteso tra le più importanti città e corti europee.
La sua predicazione lo ha portato ad essere conosciuto come "novello Paolo", lasciandoci straordinarie opere, tra i quali i "Sermones", che hanno influenzato così tanto la cultura del tempo da lasciare traccia non solo nelle tradizioni popolari, tra cui molte sacre rappresentazioni, ma sopratutto nella storia dell'arte, arrivando a definire nuove modalità delle raffigurazioni dell'Annunciazione .
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Roberto Caracciolo nasce a Lecce nel 1425 e viene sin da subito istruito dai francescani di Santa Maria del Tempio.
Le prime doti di dotto predicatore si notano già nel 1448 con i Quaresimali nel convento di Todi. Da Perugia lo troviamo a Roma nel 1450 prima in Ara Coeli, e poi per la cerimonia di canonizzazione di S. Bernardino da Siena. Passato da Bologna e Padova, nel 1451 arriva a Milano, in sostituzione di Giovanni da Capestrano, assicurandosi la benelvolenza degli Sforza. Predicatore nelle varie corti rinascimentali, tra le quali quelle dei Medici, diviene vescovo di Aquino e, in seguito, di Lecce.
Le sue opere sono, nel frattempo, redatte a Colonia, Strasburgo, Norimberga, Parigi, Anversa e Lione.
Muore a Lecce nel convento di S. Francesco della Scarpa nel 1485.
©2022 PINACOTECA ROBERTO CARACCIOLO, Via Imperatore Adriano 79 LECCE - sito internet realizzato con contributo DM 451/2020
L'EREDITA'
Il tema dell'Annunciazione
La predicazione e le opere di Roberto Caracciolo furono così potenti da lasciare un segno nella cultura dell'epoca. Un ambito particolarmente interessato dalla visione di Caracciolo sull'annunciazione fu quello delle arti visive: i più importanti pittori italiani, a partire dal1400, da Leonardo a Raffaello, hanno avuto come riferimento uno dei "momenti" che Caracciolo individua nel momento dell'incontro tra Maria e l'Arcangelo Gabriele.
Frà Roberto ne distingue quattro:
La conturbatio, ovvero il turbamento della Vergine (Leonardo da Vinci, Botticelli, Lorenzo Lotto);
La cogitatio, il momento in cui la Vergine prende coscienza di quanto udito (Simone Martini)
L'interrogatio, che riguarda il momento del dialogo tra l'angelo e Maria (Piero della Francesca)
L'Humiliatio, quando la Santa Vergine pronuncia il suo "sì" e resta da sola, ormai Madre del Verbo (Beato Angelico)
IL RICORDO
Le sepolture
Dopo la morte avvenuta nel convento di San Francesco della Scarpa in Lecce, il corpo di Roberto Caracciolo è stato inumato in una tomba monumentale, ricavata nell'ambulacro della chiesa. La tomba cinquecentesca presenta un doppio ritratto di Caracciolo: il primo superiore, con un busto in cui lo si vede con l'abito francescano, il secondo, in bassorilievo, vestito da vescovo nel riposo della morte.
La tomba presenta anche una lunga iscrizione a ricordarne il lustro e le virtù oratorie.
A seguito dell'incameramento dei beni conventuali da parte dello Stato, la chiesa è stata sconsacrata ed è divenuta, negli anni, luogo di attività culturali.
Nel 2020, il provinciale dei Frati Minori, frà Paolo Quaranta, a seguito delle opportune autorizzazioni, ha traslato il corpo di Roberto Caracciolo nella chiesa di S. Antonio a Fulgenzio, sede della Curia Provinciale e delle Opere Culturali a lui dedicate, affinchè il frate vescovo potesse riposare in ambiente sacro tra i membri del suo ordine.
La tomba di Caracciolo è attualmente presso l'altare dedicato a S. Bonaventura da Bagnoreggio.